Chi di noi non ha ricevuto un messaggio su whatsapp o su facebook con una faccina sorridente o un cuoricino? Penso quasi nessuno…
Non è un caso quindi che da qualche anno questo linguaggio iconografico è diventato il più diffuso al mondo. Questo perché innanzitutto si abbatte qualsiasi tipo di barriera linguistica e inoltre si può trasmettere uno stato d’animo in modo estremamente veloce e semplice. Le faccine sono quindi riproduzioni stilizzate delle principali espressioni facciali umane che esprimono un’emozione.
La nascita si fa risalire al 1982 quando Scott Fahlman, insegnante dll’Università di Pittsburgh, propose queste due sequenze di caratteri per indicare stati d’animo comprensibili da chiunque: “:-)” “:-(“.
Con la faccina sorridente e quella triste ecco che nacquero le emoticon.
Le emoticon sono una rappresentazione grafica che viene realizzata usando solamente elementi di testo, quali punti, virgole o altri elementi della punteggiatura e lettere dell’alfabeto. Il nome deriva dalla contrazione dei termini inglesi «emotion» e «icon» ossia emozione e icona.
Lo stile occidentale è quello che si legge inclinando la testa a sinistra come questi “:-|” oppure “:‑<” mentre quello creato in Giappone si legge orizzontalmente come questi: (*_*) (^.^) oppure senza parentesi: O_O.
Sempre nel Paese del Sol Levante, tra il 1998 e il 1999 Shigetaka Kurita e il suo team, crearono per il principale operatore telefonico giapponese un nuovo sistema di messaggistica che usava immagini al posto delle emoticon, nacquero le emoji.
Le emoji sono simboli pittografici, simili alle emoticon. Sono immagini che appresentano l’oggetto visto e non il suono usato per identificarlo. Il nome deriva dai tre termini giapponesi immagine, scrittura e carattere.
Quindi le faccine che usiamo giornalmente nelle nostre chat altro non sono che emoji 🙂
Una curiosità: la emoji più utilizzata al mondo è la faccina che ride.
Con questa immagine vi saluto e vi do appuntamento al prossimo articolo!
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